Blocchi di cemento per consolidare la ferrata Bepi Zac. Scatta la polemica - Montagna.TV

2021-12-18 03:20:37 By : Mr. qiang zhao

La montagna del futuro, quella che ogni appassionato spera di trovare davanti ai propri occhi nel più breve tempo possibile, è una montagna in cui l'uomo riesce a convivere con la natura senza impattare eccessivamente sul paesaggio, senza alterarne l'estrema bellezza che l'alta quota può darci. Un obiettivo che negli ultimi anni ha portato allo sviluppo di progetti di “restauro” degli ambienti montani, con la rimozione di strutture obsolete, come in Marmolada. Ma non mancano esempi contrari, di interventi impattanti e degradanti. E ogni volta che viene alla luce il caos in alta quota, nasce una polemica tra gli amanti della montagna, che vedono i social media come il mezzo più potente per far sì che la propria tenue voce raggiunga i leader e il mondo politico. Il caso più recente è rappresentato dalla comparsa sulla storica ferrata Bepi Zac, al Passo San Pellegrino, nelle Dolomiti, di grossi blocchi di cemento, posizionati lungo il percorso nell'ambito dei lavori di manutenzione e messa in sicurezza iniziati lo scorso luglio. Il motivo del loro posizionamento è nobile e comprensibile: consolidare alcune torri di roccia. L'estetica dell'intervento è molto discutibile. La polemica è inevitabile.

Il dibattito sui social è stato innescato da un post nel gruppo "Voci di Montagna" firmato da Pierangelo Giacomuzzi.

“Alta via Bepi Zach, via ferrata 2759 mt… Creste di Costabella-Passo S.Pellegrino-Moena-Dolomiti… cosa sta diventando la montagna? E la cultura della montagna? - scrive Giacomuzzi a corredo di alcuni scatti che mostrano i famigerati blocchi grigi -. Blocchi di cemento per "consolidare" alcune fantomatiche torri dolomitiche fatiscenti? Bisognerebbe partire dalle Pale, passare per il Latemar e fermarsi, magari in Val Montanaia... Spendendo 118.000 euro, non si bada a spese per la sicurezza, giusto, ma come e dove spenderli potrebbe essere la vera chiave di volta di un intervento del genere ? (Vedi il bellissimo intervento di consolidamento a impatto zero in pietra naturale eseguito sulle rocce prospicienti il ​​rifugio Passo Principe-Catinaccio-Dolomiti) Diventerà normale trovare blocchi di cemento di questa portata tra guglie, torrioni, cenge, fessure? Quando ci fermeremo? Se vado in montagna prendo tutti i rischi del caso, non mi aspetto le scale né le guglie cementate… con buona pace di Sat, promotore di questi interventi con la Provincia Autonoma di Trento. Dove vogliamo andare? ".

I commenti che accompagnano il post vertono essenzialmente su due aspetti: la "bruttezza" e l'"inutilità" di quei blocchi di cemento. Punti su cui si è espresso il sindaco di Moena Alberto Kostner in un'intervista al quotidiano Il Dolomiti.

La decisione di stabilizzare le torri con il cemento è stata infatti presa dal comune trentino. Il progetto iniziale prevedeva essenzialmente un ripristino della storica ferrata, coordinato dalla SAT, con cambio di chiodi, funi, scale, lungo i 3 km di itinerario, che si sviluppa lungo il costone roccioso dal passo Selle alla Forcella Laghet. A seguito delle valutazioni sullo stato di sicurezza della ferrata, effettuate con il supporto di un geologo, il comune di Moena ha ritenuto opportuno intervenire in maniera più “invasiva” per mettere in sicurezza alcuni tratti, sui quali da un secolo si verificano gli agenti atmosferici. L'Alta Via Ferrata Bepi Zac presenta infatti un grande interesse storico per la presenza di trincee e postazioni di guerra risalenti alla Prima Guerra Mondiale.

“Alla base del progetto di manutenzione che ora è in fase di completamento c'è il lavoro di un progettista e di un geologo, entrambi tecnici - spiega il sindaco -. Se hanno deciso di fare così è perché per loro era l'unico modo per mettere in sicurezza la ferrata”.

“O è così, oppure si potrebbe decidere di non aprire più la via attrezzata - prosegue - bisogna fidarsi del lavoro dei tecnici“.

“Siamo tutti d'accordo sul discorso estetico - aggiunge -, il cemento in montagna è brutto, ma non si potrebbe fare diversamente. Inoltre, i blocchi saranno sicuramente ricoperti di roccia in modo che non si presentino ", spiega Kostner.

“Si tratta di un intervento fatto per la sicurezza di tutti gli utenti della ferrata - conclude -. La fine dei lavori è prevista per la prossima settimana. A quel punto il tecnico farà i test e il Bepi Zac sarà finalmente riaperto”.

SAT Trento, proprio prendendo come spunto il post di Giacomuzzi, non ha mancato di evidenziare la propria posizione, commentando così: “Le montagne sono cementate per rendere sicure le vie. È questa la soluzione per eliminare i rischi dell'alpinismo? ”.

E pensare che qualcuno si è scandalizzato per qualche fix stop sulle vie classiche...

Visto il periodo in cui sono state concepite e posizionate, saranno sicuramente state vendute come GREEN BLOC.

Circa un mese fa sono passato dal lago di Fosses, in zona Sennes, e con mio orrore ho scoperto che coprivano il sentiero con passerelle di plastica (sì, avete letto bene, di plastica) forse per evitare che qualche turista si infangasse. scarpe nuove. Purtroppo non sono più sorpreso ma è sacrosanto protestare, come ha fatto il signor Giacomuzzi.

Sinceramente fatico a capirne la logica... c'è la pretesa di rendere "sicuro" un contesto (un percorso attrezzato di "alta" montagna) che per sua natura non è e non sarà mai.

Tra l'altro ho percorso il Bepi Zac 8/10 anni fa e non ho ricordi di una via più pericolosa o scivolosa di centinaia di altre simili nelle Dolomiti.

Con la scusa della sicurezza, "guadagnano anche soldi" ormai spesso tanti. ?

Assurdo, se una ferrata non è più considerata sicura, la soluzione non è mettere un blocco di cemento ma pulirlo e chiuderlo, ah no ma allora chi se lo mangia?

Ora con la Grande Guerra il colpo all'integrità di quell'ambiente è stato dato... a suon di cannonate, trivelle. Non sarà mai come "prima" interessante è ricoprire il cemento con pietre o addirittura legno dopo Vaia.. aggiungerò sagome di soldati in acciaio corten elaborate da artisti o giovani studenti del liceo artistico di Pozza di Fassa. All'insaputa di molti, la valle alpina ha continuato a forare e cementare le Dolomiti.. e ora si pensa di riqualificarla. https://www.saliinvetta.com/culture-e-tradizioni/1506-il-vallo-alpino

Se il percorso decennale era pericoloso e scivoloso, immaginate per gli alpini e gli austriaci che si fronteggiavano lungo la linea del fronte. Morti in battaglia, feriti e morti per cadute e valanghe. in basso, i feriti fatti prigionieri, quelli del lato opposto furono scaricati giù per i calanchi. Comunque non è una ferrata alpinistica, il risvolto storico è ormai prevalente, se il sindaco e le associazioni alpinistiche tridentine dovessero rispondere da soli di eventuali incidenti, magari mangiando la casa, o non si presenterà più il sindaco, chiuderanno le sezioni Sat, meglio rinforzare o chiudere completamente? Basterebbe demolire tratti della ferrata e apporre un cartello e tutto avverrà a rischio degli inadempienti (capaci di arrampicare alpinismo).

che schifezza, per farci fare il tour a persone che si credono forti salendo su quelle cose lì, se non puoi non puoi puntare. Dal Trentino non hanno fatto decollare un elicottero per un'auto sul Lago di Garda perché alcuni soccorritori non avevano il pass verde e dovevano arrivarci in macchina. i politici non hanno cervello dalla nascita

Anche il cemento sarà soggetto ad erosione... o almeno sarà "naturalizzato" dagli eventi atmosferici. Forse meno spigoli e profili dritti dovuti alle forme di contenimento colate di cemento. L'alternativa è togliere tutti i cavi, le scalette, le protezioni varie e poi chi vorrà ripercorrere la linea di guerra sarà da solo o con una guida alpina. Anche questo https://www.ferrate365.it/vie-ferrate/ferrata-eterna-piz-serauta-brigata-cadore/ per lungo tempo è stato vietato, ora sembra ripristinato ma anche con divieto chi volesse fare il percorso al proprio ritmo. rischio e pericolo.. con capacità e attrezzatura di autosicurezza, o solo punti di sosta attrezzati ad una distanza di tiro di 40-50 metri, e tecnica di arrampicata. Questa sarebbe la soluzione meno impegnativa dal punto di vista giuridico.

Le persone che salgono in certe zone del passo San Pellelgrino e altre, vedono Cristo che pensa al Catellaz, il sentiero della Mariotta, ecc., non hanno sempre o solo voglie pseudo alpinistiche, ma vogliono solo percorrere la prima linea del Grande Guerra sul fronte dolomitico, con relativa sicurezza… Prima della Grande Guerra nessuno considerava molti stemmi, tranne forse qualche cacciatore di camosci. Molti forti in rovina sono stati inoltre restaurati per finalità storico/turistiche e per consentirne la frequentazione senza pericolo di crolli o precipitazioni in anfratti e gallerie.

POTRESTI SEMPRE COPRIRE IL BLOCCO CON LEGNO E OTTENERE UN ALLOGGIAMENTO IMPERMEABILE CON UN TETTO IN SCANDOLI CONSOLIDATI IN PIETRA. E CARTONE CATRAMATO, COME UTILIZZATO NELLO STESSO LUOGO NEL TEMPO DEL 1915-17… LINEE ABBANDONATE DOPO IL RITIRO DI ICAPORETTO. ANCORA POSSIAMO VEDERE MOLTO LEGNO MARCIO. ALTROVE, ESEMPIO AI 5 TORRI DI CORTINA O IN FRIULI, O LAGAZUOI HANNO FATTO.

Zac Bepi aka Pellegrin, primo gestore e proprietario del rifugio all'inizio della via per il Passo Selle, insediamento bellico austriaco e, al passo rifugio Miralago. Vogliamo un turismo lento con alternative allo sci e agli impianti industrializzati? Oppure accettiamo questi compromessi o chiudi, visto che in caso di incidente dovuto al crollo di roccia già individuato pericolante da geologi, giudici e inchieste e controdenuncia e cause per risarcimento si scatenerebbero. , ricostruzioni in legno di camere e scavo di vecchie trincee lungo le linee storiche della Grande Guerra, forti e fortificazioni messi in sicurezza e restaurati, .. eppure si comincia con la linea gotica, riaperti i ricoveri antiaerei... vecchie miniere .. fortezze ex carceri militari.. Leggendo i resoconti sulla ferrata in questione.. non è da sottovalutare.. ci sono altre critiche.

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