Gasolio, rischio razionamento in Europa - alVolante.it

2022-10-16 02:18:19 By : Mr. Zway Zhou

VORAGINE NERA - Per effetto delle sanzioni imposte alla Russia in risposta alla guerra in Ucraina, l’Europa ora si trova a corto di gasolio. Riuniti al FT Commodities Global Summit di Losanna, in Svizzera, i principali produttori e commercianti hanno parlato di una carenza “sistemica” che, secondo alcuni manager ed esperti del settore, potrebbe far scattare un razionamento del carburante per i motori diesel. Nella fornitura di greggio da cui, per distillazione frazionata, si ottiene il gasolio, da colmare, più che un buco, c’è una voragine, perché l’Europa, come ha rivelato il trader svizzero di petrolio Russell Hardy dalle colonne del quotidiano finanziario londinese Financial Times, importa “circa la metà del suo gasolio dalla Russia e il resto dal Medio Oriente”.

IL CROLLO DELLE SCORTE - Al momento, come riporta un recente articolo del Corriere della Sera, la Commissione Europea non ha posto un embargo ai combustibili russi, ma è chiaro che l’importazione di petrolio e derivati da Mosca è diminuito drasticamente. Tra le principali raffinerie europee che dalla Russia importavano non solo petrolio, ma anche gasolio sottovuoto, hanno tagliato gli acquisti Shell, Bp, Eni, Repsol, Total Energies, e Galp, solo per citarne alcune. Le scorte stagionali di petrolio e gasolio, di conseguenza, sono crollate su tutto il territorio europeo come non accadeva da quindici anni. In questo scenario, i raffinatori di petrolio del Vecchio Continente saranno con ogni probabilità costretti a tagliare la produzione di gasolio. 

IL PREZZO DELLA RINUNCIA ALL’ORO NERO DI MOSCA - Per mantenere livelli di approvvigionamento di petrolio adeguati, le compagnie europee stanno accelerando nella ricerca di alternative all’olio nero russo, ma il comparto ha già subito un danno che rischia di portarlo al collasso. Emblematico, nel dare un’idea del contraccolpo causato dalle sanzioni economiche nei confronti di Mosca, è il caso dell’Italia: prima della guerra, il nostro paese da solo importava 2,5 milioni di barili di greggio al giorno dalla Russia. Secondo Hardy, che essendo a capo della società olandese di commercio di commodity Vitol ha tastato con precisione il polso della situazione, ad aggravare la crisi energetica europea ha contribuito anche un maggior consumo di gasolio rispetto alla benzina. L’attuale carenza di carburante rischia di far lievitare ulteriormente i prezzi, spingendo alcune raffinerie a concentrarsi sulla produzione di gasolio a scapito di altri prodotti derivati dal petrolio e, al momento, meno remunerativi. Per tutte queste ragioni, molti analisti sono convinti che, a partire da aprile, qualche paese esportatore di gasolio potrebbe cominciare a razionarne le vendite, aprendo di fatto a uno scenario di corsa “all’ultimo barile” tra i paesi acquirenti.

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