Israele-Libano: ecco i dettagli dell'accordo sui confini marittimi - Agenzia Nova

2022-10-16 02:17:12 By : Mr. Shangguo Ma

I due paesi hanno raggiunto uno storico accordo sulla delimitazione del confine marittimo, un passo che potrebbe aprire le porte a nuove esplorazioni di petrolio e gas nel Mediterraneo orientale

Il testo dell’accordo mediato dagli Stati Uniti tra Israele e Libano, che descrive una “risoluzione permanente ed equa per quanto riguarda la sua disputa marittima”, è stato diramato questa mattina, mentre i ministri del governo israeliano dovevano discuterne e votarlo. Nel documento si legge: “Gli Stati Uniti comprendono che (Libano/Israele) è pronto a stabilire il proprio confine marittimo permanente e a concludere una risoluzione permanente ed equa in merito alla sua disputa marittima con (Israele/Libano)”.

L’accordo si presenta sotto forma di scambi di lettere tra Stati Uniti e Libano e Usa e Israele, nonché lettere dal Libano e Israele all’Onu, depositando l’accordo sui confini marittimi, comprese le coordinate. Le parti hanno convenuto di non presentare ulteriori grafici o coordinate alle Nazioni Unite, emerge dal testo, e hanno concordato di incontrarsi nel prossimo futuro a Naqoura, ospitati dal personale dell’ufficio del coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il Libano (Unscol).

La parte B della sezione 1 dell’accordo stabilisce che “al fine di non pregiudicare lo status del confine terrestre, si prevede che il confine marittimo verso terra nel punto più orientale della linea di confine marittimo sia delimitato dalle parti contraenti nel contesto o in modo tempestivo dopo la demarcazione del confine terrestre. Fino a quando tale area non sarà delimitata, le parti convengono che lo status quo in prossimità della costa, anche lungo la costa e come definito dall’attuale boa, rimane lo stesso, nonostante le diverse posizioni giuridiche delle parti in tale area, che rimane indefinita”. Ne consegue, quindi, che l’accordo sui confini marittimi non inficia su quello terrestre, su cui vi sono diverse divergenze. La parte E della sezione 1 chiarisce che le parti convengono sul fatto che si tratti di una “risoluzione permanente ed equa della disputa marittima”.

La sezione 2 dell’accordo indica l’esistenza di una “potenziale esistenza di idrocarburi, la cui fattibilità commerciale è attualmente sconosciuta (…) nel blocco 9 libanese e nel blocco 72 israeliano”, definiti il “prospetto”. Inoltre, “l’esplorazione e lo sfruttamento del prospetto devono essere effettuati in conformità con le buone pratiche dell’industria petrolifera in materia di conservazione del gas per massimizzare il recupero efficiente, la sicurezza operativa e la protezione ambientale, e devono essere conformi alle leggi e ai regolamenti applicabili nell’area”. Non da ultimo, “le parti convengono che l’entità giuridica che detiene i diritti libanesi di esplorazione e sfruttamento delle risorse di idrocarburi nel blocco 9 – Total – sia composta da una o più società internazionali rispettabili, non soggette a sanzioni internazionali e che non siano società israeliane o libanesi”. In più, Israele e Libano “comprendono che l’esplorazione del prospetto dovrebbe iniziare immediatamente dopo l’entrata in vigore del presente accordo”. L’operatore del blocco 9 dovrà transitare attraverso alcune aree a sud della linea di demarcazione marittima, ovvero quella israeliana, ma “Israele non si opporrà ad attività ragionevoli e necessarie, come le manovre di navigazione, (…) a condizione che tali attività avvengano previa notifica da parte dell’operatore del blocco 9 in Israele”. La parte E della sezione 2 indica che “le parti capiscono che Israele e l’operatore del blocco 9 stanno discutendo separatamente per determinare la portata dei diritti economici di Israele nel prospetto. Israele sarà remunerato dall’operatore del blocco 9 per i suoi diritti su eventuali depositi nel prospetto e, a tal fine, Israele e l’operatore del blocco 9 firmeranno un accordo finanziario prima della decisione di investimento finale dell’operatore del blocco 9”. Tuttavia, “Israele non eserciterà alcun diritto di sviluppare giacimenti di idrocarburi nel prospetto”.

La sezione 3 indica che “se vi sarà l’identificazione di qualsiasi altro singolo accumulo o deposito di risorse naturali (…) le parti intendono chiedere agli Stati Uniti di facilitare il fascicolo al fine di raggiungere una comprensione dell’allocazione dei diritti e del modo in cui l’accumulazione o il deposito possano essere esplorati e sfruttati nel modo più efficace”. Inoltre, ciascuna parte condividerà con gli Stati Uniti tutti i dati sulle risorse individuate a ridosso della linea di demarcazione marittima. Infine, la sezione 4 stabilisce che le parti risolvano “eventuali divergenze concernenti l’interpretazione e l’attuazione del presente accordo attraverso un dibattito facilitato dagli Stati Uniti”. Infine, l’accordo “entrerà in vigore alla data in cui il governo degli Stati Uniti d’America invierà un avviso, basato sul testo dell’Allegato D alla presente lettera, in cui si conferma che ciascuna parte ha accettato i termini qui stipulati”.

Il Comitato ministeriale per gli affari di sicurezza nazionale dello Stato di Israele, convocato ieri dal primo ministro Yair Lapid, ha autorizzato oggi il trasferimento dell’accordo sulla demarcazione dei confini marittimi con il Libano all’intero gabinetto di governo. Tutti i membri del Comitato ministeriale, tranne uno (la ministra dell’Interno Ayelet Shaked), hanno sostenuto il passaggio dell’accordo al gabinetto prima di presentare l’accordo all’esame della Knesset (il parlamento monocamerale israeliano). I ministri riuniti hanno approvato la sintesi dell’incontro del premier Yair Lapid, che affermava: “C’è importanza e urgenza nel raggiungere un accordo marittimo tra Israele e Libano in questo momento. I membri del Comitato ministeriale hanno espresso il loro sostegno per l’avanzamento del processo di approvazione per l’accordo da parte dell’intero gabinetto di governo”.

Il voto finale sull’accordo con il Libano da parte del gabinetto di governo sarà tra due settimane. Oggi, il procuratore generale di Israele, Gali Baharav-Miara, ha scritto un parere affermando che l’attuale esecutivo uscente è legalmente autorizzato a firmare l’accordo sul confine marittimo con il Libano, nonostante la vicinanza delle elezioni (che si terranno il primo novembre) e il fatto che si tratti di un governo ad interim. Il procuratore generale ha anche scritto che, sebbene sia preferibile che il governo concedesse alla Knesset il diritto di approvare o rifiutare l’accordo, non vi è alcun obbligo legale in tal senso e potrebbe essere sufficiente semplicemente fornire alla Knesset i dettagli dell’accordo.

Israele e Libano hanno raggiunto l’11 ottobre uno storico accordo sulla delimitazione del confine marittimo, un passo che potrebbe aprire le porte a nuove esplorazioni di petrolio e gas nel Mediterraneo orientale. L’accordo tra i due Paesi – formalmente in guerra dopo l’ultimo confronto militare nel 2006 – rappresenta un cambiamento epocale e un ulteriore passo in avanti, se confermato dai rispettivi governi, nei rapporti tra Israele e i Paesi arabi. L’intesa sulla bozza dell’accordo è stata raggiunta dopo un inteso lavoro del mediatore degli Stati Uniti, Amos Hochstein, nell’ultimo anno e nel solco della mediazione statunitense avviata nei primi anni 2000, poi interrotta e poi ripresa nel 2020. La versione finale del testo ricevuta dalle parti è stata giudicata “soddisfacente” dalla presidenza della Repubblica libanese. “Sono stati soddisfatti i requisiti libanesi che sono stati oggetto di lunghe discussioni negli ultimi mesi e hanno richiesto lunghe ore di trattative difficili e complesse. La presidenza ritiene che la formula finale abbia preservato i diritti del Libano sulle sue ricchezze naturali, in un momento importante per i libanesi”. Lo sfruttamento delle risorse energetiche darebbe, infatti, al Libano un valido sostegno per superare la grave crisi economica, ma anche energetica. Da parte sua, il primo ministro di Israele, Yair Lapid, ha definito l’accordo “storico”. “Il progetto di accordo è pienamente conforme ai principi presentati da Israele in materia di sicurezza ed economia. Questo è un risultato storico che rafforzerà la sicurezza di Israele, porterà miliardi nell’economia israeliana e garantirà stabilità al confine settentrionale”, ha detto Lapid. L’accordo dovrebbe mettere la parola fine su una lunga disputa su circa 860 chilometri quadrati del Mar Mediterraneo, che copre i giacimenti di gas di Karish e Qana.

L’annuncio dell’intesa ha avuto eco nelle cancellerie internazionali. La Farnesina ha fatto sapere che l’accordo sul confine marittimo tra Israele e il Libano contribuirà a migliorare le relazioni tra i due Paesi con importanti ricadute in termini di stabilità e prosperità regionali. L’Italia plaude agli sforzi delle parti interessate e della mediazione degli Stati Uniti e auspica che l’intesa appena annunciata possa essere finalizzata al più presto. Gli Stati Uniti, registi dell’accordo, hanno a loro volta espresso il loro apprezzamento. Nel corso di una telefonata con il presidente libanese, Michel Aoun, Joe Biden si è congratulato con il Libano per aver raggiunto un accordo sulla delimitazione del confine marittimo con Israele. Secondo quanto riferito dalla presidenza libanese, Biden “si è congratulato con il presidente Aoun per la fine dei negoziati sulla demarcazione del confine marittimo” e ha assicurato che “gli Stati Uniti sono al fianco del Libano per raggiungere la stabilità e consentirgli di rafforzare la sua economia e sfruttare le sue risorse naturali”.

Biden ha avuto un colloquio anche con il premier di Israele. Secondo una nota stampa diramata da Gerusalemme, il presidente Usa ha esordito congratulandosi con il premier dello Stato ebraico per lo storico accordo con il Libano sul confine marittimo, dopo un decennio di tentativi. Il presidente Biden ha detto al primo ministro Lapid: “Stai facendo la storia”. I due hanno discusso dell’importanza dell’accordo, che garantirà la sicurezza di Israele al confine settentrionale e rafforzerà le economie israeliana e libanese. Da parte sua, Lapid ha ringraziato il presidente Biden per la sua guida e per la mediazione statunitense dei negoziati marittimi tra il Libano e la squadra negoziale israeliana. L’inquilino della Casa Bianca ha sottolineato al primo ministro Lapid il suo impegno per la sicurezza e la stabilità regionale di Israele. Il presidente ha anche aggiunto che la capacità dei due leader di lavorare insieme e raggiungere questo accordo è una testimonianza del legame forte e indissolubile tra i due leader stessi e tra Israele e gli Stati Uniti.

Negli ultimi giorni, anche la Francia ha svolto un’intensa azione diplomatica dopo che Israele aveva rifiutato le ultime osservazioni formulate dal Libano, con l’obiettivo di ridurre le divergenze e aumentare le possibilità di accordo tra Israele e Libano, soprattutto per quanto riguarda la quota israeliana dal giacimento di Qana. La Francia, con garanzie statunitensi, ha ribadito che le attività di TotalEnergies verranno avviate non appena sarà firmato l’accordo e che queste non sono collegate con l’intesa conclusa a latere tra la compagnia energetica francese e lo Stato di Israele. Al riguardo, il ministro dell’Energia libanese, Walid Fayyad, dopo l’incontro con una delegazione di alto livello di Total, ha reso noto che la compagnia francese TotalEnergies inizierà il processo di esplorazione del gas nelle acque libanesi non appena sarà concluso l’accordo sul confine marittimo con Israele. L’avvio delle operazioni di Total riguarda da vicino anche l’Italia. Nel 2018, infatti, Eni ha firmato con la Repubblica del Libano due contratti di esplorazione e produzione per i blocchi 4 e 9, situati nelle acque profonde dell’offshore del Libano. Eni detiene un interesse partecipativo del 40 per cento in entrambi i blocchi, di cui Total è operatore con una quota del 40 per cento. L’altro partner nel consorzio aggiudicatario della gara, la russa Novatek, ha recentemente ceduto la quota del 20 per cento al governo libanese.

In vista delle scadenze elettorali in entrambi i Paesi, l’accordo dovrebbe essere firmato entro il 30 ottobre. Il 31 ottobre, infatti, scade il mandato del presidente della Repubblica libanese, Michel Aoun, mentre il primo novembre si svolgeranno le elezioni parlamentari in Israele, dove non è scontata la riconferma dell’attuale esecutivo. In Libano, il segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha già fatto sapere che i poteri conferiti ad Aoun in merito al fascicolo per la delimitazione del confine non saranno mantenuti dopo la fine del mandato dell’attuale presidente. Se dalla parte libanese non sembrano esserci ostacoli, in Israele la questione è più complicata. L’accordo, infatti, potrebbe necessitare di un passaggio in parlamento, la Knesset, dove l’attuale esecutivo di Lapid si è dimesso proprio perché non aveva la maggioranza lo scorso luglio. Critiche all’intesa da parte del leader dell’opposizione israeliana ed ex premier Benjamin Netanyahu, che ha definito l’accordo sul confine marittimo con il Libano “una resa storica” a Hezbollah. “Questo non è un accordo storico, questa è una resa storica”, afferma in una nota. L’accordo “è una vendita per liquidazione da parte di Lapid. Per oltre un decennio, il governo che ho guidato non si è piegato alle minacce di Nasrallah e non abbiamo avuto la guerra. E poi è arrivato Lapid. In tre mesi Lapid si è arreso completamente a tutte le richieste di Hezbollah”.

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