L’aggressore ha aspettato la vittima per un’ora | estense.com Ferrara

2022-07-31 08:46:42 By : Ms. chris zhou

Un’ora di attesa. Un vai e vieni in pochi metri, ma sempre lì ad attendere che Roberto Gregnanini passasse per via Boccaleone per aggredirlo, per esplodergli contro otto colpi di pistola. Ammazzarlo forse, mandarlo all’ospedale sicuramente: l’uomo, 60 anni, è sempre in condizioni estremamente critiche ma stabili dopo aver subito diversi interventi chirurgici.

È stato un agguato, quello realizzato da Michele Cazzanti, dipendente comunale 56enne, nei confronti del suo collega dell’ufficio Protocollo anche se in sezioni diverse. A dimostrarlo ci sarebbero le riprese di una telecamera posizionata in zona dalla squadra mobile di Ferrara per altre attività che avrebbero ripreso quasi tutta la scena, fornendo a poche ore dal fatto un materiale probatorio agli inquirenti – l’indagine è in mano ai carabinieri, coordinati dalla pm Isabella Cavallari – di fatto già pronto, da puntellare con le numerose testimonianze e le foto e i video girati anche da chi si è allarmato sentendo i primi colpi di pistola.

Questa, una Glock semiautomatica calibro 9×21, era regolarmente detenuta da Cazzanti, che l’aveva acquistata in un’armeria. Non se n’è disfatto, l’ha portata con sé nella fuga: i poliziotti di Cremona l’hanno ritrovata durante la perquisizione dell’auto – una Fiat Punto di proprietà dell’anziana madre – con la quale si è spostato verso la Lombardia, attraversando la provincia di Piacenza e venendo intercettato dal Targa System. L’alert ha fatto scattare la squadra mobile estense che ha subito avvisato i colleghi cremonesi, i quali hanno preparato il posto di blocco insieme a una pattuglia delle volanti nel ponte sul Po che collega le province di Piacenza e Cremona. Poi la formalizzazione del fermo, in questura a Cremona, realizzato coinvolgendo anche i carabinieri, per le ipotesi di reato di tentato omicidio aggravato e premeditato, nonché per porto abusivo di armi

La pistola era regolarmente detenuta e denunciata. Cazzanti l’aveva comprata in un’armeria e ora la divisione amministrativa della Questura estense si sta occupando della revoca di ogni autorizzazione.

La ricerca del movente è una delle questioni spinose della vicenda. A indicare Cazzanti come aggressore è stato lo stesso Gregnanini mentre riceveva i primi soccorsi. Tra i due non correva buon sangue da tempo, ma la frattura sembra essere stata acuita dallo stato psicologico di Cazzanti, descritto come particolarmente fragile, con anche manie di persecuzione, peggiorato con la pandemia: pare che fosse – e che sia – un convinto novax, ossessionato dalle teorie del complotto. Sembra essere stato questo anche l’ultimo motivo di dissidio con la sua vittima. vissuto malissimo, al punto da riferire ai poliziotti, una volta fermato, di averlo aggredito perché Gregnanini lo perseguitava. Stessa spiegazione addotta addirittura per rinunciare al proprio avvocato di fiducia e farsene assegnare uno d’ufficio (Vittorio Patrini del Foro di Cremona) per l’udienza di convalida del fermo davanti al gip Pierpaolo Beluzzi, che si terrà sabato mattina in videoconferenza.

Dagli uffici del protocollo ragioneria dove lavorava nessuno aveva avuto il sentore che potesse avvenire quello che è successo in piazzetta Schiatti. “È stato un fulmine a ciel sereno, siamo tutti allibiti”, anche se molti ricordano lo screzio, “anzi, un pesante litigio”, avvenuto una quindicina di anni fa con Gregnanini quando i due lavoravano insieme all’ufficio tributi.

“Ricordo che quando arrivò qui in piazza Municipale si diceva contento che così non dovesse vederlo tutti i giorni” confida un collega. Ma ultimamente a nessuno era parso che le ceneri sopite dagli anni si fossero riaccese. “Ho notato qualche sfottò di troppo che lo aveva fatto molto arrabbiare, ma nulla più” ricorda un altro dipendente. Eppure a chi ci lavorava gomito a gomito tutti i giorni Cazzanti risultava “un tipo strano, ossessivo, e che ogni tanto sprofondava in manie di persecuzione”.

Ultimamente risultava “molto nervoso per via della vaccinazione; si è visto costretto a farlo per poter lavorare, ma non si è mai convinto. Anzi, era molto propenso alle teorie complottistiche” confida una collega.

Cazzanti era in ferie da una ventina di giorni e l’ultimo contatto con l’ufficio l’ha avuto mercoledì scorso. Una collega aveva bisogno di aiuto per una pratica e gli ha telefonato: “si è subito ricordato nome, numero, fascicolo… lui si ricorda sempre tutto, un archivio vivente”. Anche per questa dote Cazzanti era molto apprezzato in ufficio. “La sua vita era il lavoro – commenta un’altra collega -. Il lavoro compensava la sua ansia, ma fuori dall’ufficio per lui c’era il vuoto”

Nella mattina di venerdì il sindaco Alan Fabbri ha telefonato alla moglie della vittima, esprimendo “sincera vicinanza e disponibilità a fare tutto il possibile per sostenere i familiari in questo difficile momento”. Fabbri ha inoltre spiegato di essere in costante contatto con le autorità sanitarie per avere aggiornamenti sulle condizioni del ferito. “Siamo profondamente scossi per quanto accaduto. Confidiamo nel lavoro degli inquirenti e nella giustizia affinché sia fatta luce sui fatti e affinché il responsabile paghi per questo gesto folle”.

Da 17 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente. Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.