L’auto nel fiume a Fara Gera d’Adda: «Nessun incidente, è un omicidio»- Corriere.it

2022-07-31 08:52:05 By : Ms. Alice Meng

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Il femminicidio di Romina Vento: il compagno, Carlo Fumagalli, è stato arrestato. L’ipotesi che la vittima volesse lasciarlo

Trecentocinquanta metri separano la casa dal pastificio. Romina Vento quasi sempre li faceva a piedi. Martedì sera, invece, alla fine del turno, c’era il compagno ad attenderla. Ma Carlo Fumagalli non si è fermato alla loro palazzina in mattoni, nella zona residenziale di Fara Gera d’Adda. Ha deviato ed è andato oltre, giù, fino al fiume, dove chi lo conosce se lo ricorda d’estate con i suoi figli, a nuotare. Ha schiacciato l’acceleratore, si è infilato nell’unico varco del guardrail che separa la strada dal greto, ed è sprofondato in acqua con la Megane e la compagna al fianco.

Non sono più tornati, lei morta annegata e lui arrestato tre ore dopo dai carabinieri della compagnia di Treviglio, mentre vagava fradicio lungo una strada di pianura. Ora è in carcere, accusato di omicidio volontario aggravato dal vincolo della convivenza. Assistito dall’avvocato d’ufficio Fabrizio Manzari, nel tardo pomeriggio di ieri ha risposto alle domande del pm Carmen Santoro. Un interrogatorio che avrebbe confermato l’ipotesi accusatoria, anche se per ora nessuno parla di ammissioni. «Era confuso e provato — si limita a dichiarare il legale —. Ha raccontato della patologia di natura psichiatrica di cui soffre da tempo, riferendo che negli ultimi giorni aveva sospeso i medicinali ».

In questa storia non ci sono liti, né fracasso, né urla riferite da qualche vicino . C’è un malessere profondo, esploso nel modo più tragico e plateale, alla fine, è emerso, dell’ennesima giornata buia, e forse alimentato, più di recente, dall’intenzione, accennata dalla donna, di volersi separare . Fumagalli, 49 anni, incensurato, addetto al taglio in una ditta che produce velluto, la Velvis Duca Visconti di Modrone, era in cura per depressione.

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Con Vento, 44 anni, origini siciliane, avevano una figlia sedicenne e un bambino di 10 anni, per il quale, nei primi, concitati momenti dei soccorsi, si è temuto il peggio. Nell’auto sommersa per metà, i sommozzatori hanno notato un seggiolino, il piccolo invece era a casa. Vento aveva finito di lavorare alle 21.30. La chiamata ai soccorsi parte 7 minuti dopo da un gruppo di trentenni che si allena ai campi del centro sportivo vicino all’Adda. Vedono la macchina uscire di strada ad alta velocità. Sentono le urla della donna, che chiede aiuto. Poi, accendono le luci degli smartphone e illuminano Fumagalli in acqua. Lo invitano a mettersi in salvo verso di loro, ma l’uomo nuota nella direzione opposta, sale su un isolotto e sparisce. Il corpo della compagna viene individuato dai Vigili del fuoco alle 22.30, a 150 metri dalla macchina.

L’ipotesi, che dovrà essere confermata dall’autopsia, è che sia morta per annegamento, nonostante con la siccità la corrente non sia particolarmente forte né l’acqua profonda. «Ha distrutto due famiglie, so solo che mia nipote non c’è più», le parole disperate di una zia, accorsa con altri familiari della vittima, fra cui la madre, che si è sentita male. A cercare Fumagalli, nel frattempo, c’era anche Thomas, il figlio 29enne avuto da una precedente relazione. Vive dall’altra parte della provincia con la fidanzata, che al citofono risponde gentile: «Non ce la sentiamo di parlare, ci dispiace». Quando i carabinieri lo hanno intercettato a Vaprio d’Adda, superato il confine col Milanese, Fumagalli era in forte stato di agitazione. È stata chiamata un’ambulanza e, subito dopo, è stato scortato in caserma, infine in carcere. Gli investigatori sono convinti che volesse uccidere la compagna , forse consumato dall’idea, anche solo vaga, che lei lo volesse lasciare.

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