Psg-Juve, perché la stagione di Allegri parte da Parigi: i tre motivi - La Gazzetta dello Sport

2022-10-10 16:19:53 By : Mr. Andy Yang

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Il gap che sulla griglia di partenza della Champions League separa la Juventus dal Psg, sommato al fatto che la Signora alla fine è andata a Parigi per competere senza finire travolta, mette i bianconeri nella condizione di guardare ai segnali positivi dal Parco dei Principi. La posizione di outsider contro una favorita della Champions è diversa da quella di big in campionato in cui legittimamente alla Juve si chiede tanto. Motivo per cui è più facile guardare al bicchiere mezzo pieno anche in sconfitte come quella col Psg rispetto a serate di campionato che appaiono grigie rispetto ad aspettative più alte. Ma da Parigi Allegri può raccogliere segnali che sono mattoni su cui costruire la stagione della Juve.

Se la Juventus ha passato un tempo a soccombere, se si è trovata sotto 2-0 dopo una ventina di minuti e al riposo potevano essere anche di più, è stato per l'impatto inevitabile del trio delle meraviglie che il Psg poteva proporre davanti, in particolare sull'asse tra Neymar e un imprendibile Mbappé. Le giocate dei singoli sono il momento in cui uno sport di squadra si avvicina a uno sport individuale. Ma tolta la capacità del Psg di far arrivare la palla ai suoi tre moschettieri là davanti, non è che i parigini si siano imposti in maniera significativa sulla Juve sul piano del gioco e del controllo del campo: lo racconta il dato dei 6 tiri a 4 nello specchio della porta e del 53% a 47% di vantaggio territoriale, tutti a favore dei francesi ma non così nettamente, mentre il dato dei chilometri percorsi pende sul piatto bianconero della bilancia. Il dato confortante per Allegri non è sul piano del gioco in sé, non luccicante, ma che la Juve non è andata sotto sul piano dell'impianto collettivo quanto delle individualità. E le migliore individualità della Juve, quelle arrivate in estate per il salto di qualità, Pogba e Di Maria, più un certo Chiesa, Allegri le ha fuori. Lasciando il margine di sperare nel potenziale di cosa potrà essere la Juve al loro rientro.

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Segnato il gol del 2-1 con McKennie, la Juve ha avuto l'occasione concreta di portare a casa almeno il pareggio. L'ha avuta subito con Donnarumma a salvare su Vlahovic. L'ha avuta a una decina di minuti dalla fine con Locatelli poco lucido davanti a Gigio ma da grande posizione. L'ha avuta più genericamente con un finale gagliardo a fare veramente la partita per inseguire il pari, al di là del salvataggio provvidenziale di Perin su Neymar senza cui si parlerebbe di niente. Per dire che nonostante le assenze di quelle che sono forse le migliori individualità in organico, nonostante le incertezze di una difesa nell'assetto non collaudatissimo a tre, con Bonucci certo non al top al rientro e con Bremer alle prese con lo scotto del debutto in Champions, nonostante tutto questo la Juve è andata a tanto così da fare risultato in casa di una delle indubbie favorite per il trono europeo. Vicino non conta, ma viste le premesse è meglio che lontano.

Il secondo tempo in crescendo è quello che lascia alla Juventus un diverso sapore in bocca anche nella notte della sconfitta. Al netto del diverso livello delle avversarie, in un certo senso anche un sapore migliore dei pareggi con la Samp e la Fiorentina. Non è tanto e solo una questione di condizione atletica, che pure nel primo mese di stagione sembrava lasciare a desiderare per alcune individualità troppo brutte per essere vere, rispetto ai loro standard. Colpisce piuttosto il trend ribaltato rispetto a quello delle ultime tre partite: subito in vantaggio, già entro i dieci minuti, contro Roma, Spezia e Fiorentina, per poi vedersi raggiunti e rischiare la sconfitta contro giallorossi e viola, e anche coi liguri chiudere i giochi col 2-0 solo nel recupero. Il neo a Parigi è stato l'approccio totalmente diverso, eppure vedere la Juve chiudere in crescendo ha cambiato il sapore della serata. Il sapore non fa classifica, ma aiuta a vedere oltre il risultato in una trasferta in cui dichiaratamente nella tabella di marcia di Allegri era previsto di poter non fare risultato.

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