Urus Lamborghini sullo sterrato lavico dell'Etna: ecco le performance del SUV di lusso - Giornale di Sicilia

2021-12-18 03:37:04 By : Mr. Shixiang Chen

Dalla Baia delle Sirene al tetto del Mediterraneo, tornando all'autunno siciliano in tutte le sue sfumature di colore, atmosfera, intensità. Urus Lamborghini alla prova dell'Etna è una scarica di adrenalina profonda, attraverso un mondo fatto di strati: la cenere piovuta con le ultime eruzioni, la prima neve appena caduta, sopra, la lava raffreddata che si è fatta terra, sotto.

Ottobre a Taormina, la partenza, può essere dal bagno in mare. La vetta del vulcano, invece, è una stagione in meno, con le nuvole che chiudono ogni paesaggio e un attimo dopo il vento freddo le spazza via. Ecco il top, ecco il mare, ecco le strade dove i partecipanti alla Dynamic Earth Experience, organizzata dalla Casa del Toro per sperimentare le potenzialità del "super SUV", lanciato nel 2017, puntando sulle sue prestazioni su sterrato strade.

Tutto sull'Etna cambia più velocemente, va dove lo portano gli elementi, ma si adatta velocemente. È il posto giusto per ispirarsi alle sei modalità (strada-sport-running-terra-sabbia-neve) e alle multiformi personalità del potente Urus di Sant'Agata Bolognese. Ha recentemente completato l'ultima impresa, attraversando due volte Umling La, a più di 5.800 metri, nell'Himalaya indiano, la strada carrozzabile più alta del mondo. È stata la prima Lamborghini ad atterrare in Islanda, affrontando sabbia, neve, roccia. Aveva dimostrato versatilità tra le dune giganti di Dubai e tra i surfisti delle spiagge portoghesi di Nazaré. "Unlock any road" è la filosofia di questa vettura dal peso di poco inferiore ai 2.200 kg, che unisce l'anima e l'agilità delle supersportive Toro con qualcosa di diverso, la possibilità di divertirsi in fuoristrada, mantenendo comfort e sicurezza. Anche chi non è mai salito su un'auto del genere viene subito colpito da un'idea: la facilità. La concentrazione di meccanica e tecnologia si traduce in un'esperienza di guida estremamente semplice. Una volta prese le misure visive delle grandi dimensioni della Urus e del lunotto piccolo (è una Lamborghini a tutti gli effetti con tanta carrozzeria e pochi finestrini, due terzi e un terzo), apprezziamo il cambio automatico a otto rapporti trasmissione, rapporti corti per le marce basse e più lunghi per le marce alte. In autostrada non serve fare altro che tenere il volante, godersi la posizione: dominante sul traffico come dovrebbe essere un SUV, circondato da spazio e tecnologia - il ricco e sufficientemente intuitivo "Lis III infotainment" - ma a allo stesso tempo c'è la sensazione di sportività, sedile basso del guidatore e dei passeggeri, poca aria tra il tetto e la testa. Comfort e dinamismo si incontrano.

Poi, presa la salita verso il Rifugio Sapienza, è il momento di cambiare assetto. Prima Corsa, più adatta alla pista, poi Sport, preferendo quest'ultima modalità per i tornanti che attraversano terre ricche di fichi d'india, ulivi, faggi poi castagni e gradualmente si sale sulla vegetazione che lascia il posto alle pietre laviche, a tratti zigzagando tra la cenere, lasciata a formare pozzanghere nere e insidiose sull'asfalto. Per selezionare la modalità, c'è la leva "Soul" sulla consolle centrale per controllare i sistemi dinamici in base alle condizioni della strada, o qualunque cosa piaccia al guidatore. Quando si passa a Corsa o Sport, si percepisce subito la trasformazione, la diversa tonalità del motore, il cambio repentino di voce e carattere della Urus, pronta a crescere, scatenando i suoi 650 cavalli a 6.000 giri (6.800 giri max) del V8 biturbo anteriore da 4 litri in alluminio. Le curve del vulcano disegnate in modalità Sport mettono in risalto le potenzialità del “super SUV”, capace di appianare la pendenza con la minima pressione sull'acceleratore, ma anche rimediare alle imperfezioni del neopatentato.

La pendenza non è un problema, quando sterzi veloci e ti aspetteresti di scivolare trovi subito stabilità grazie al sistema di sterzo posteriore introdotto con la Aventador S e qui proposto. A basse velocità, il raggio di sterzata è ridotto e la macchina più manovrabile. In accelerazione, l'angolo di sterzata posteriore si allunga, portando stabilità e dinamica ottimali.

Quando si scende dall'altra parte, una strada un po' meno tortuosa ma non per questo meno divertente, con alcuni rettilinei tra gli impianti di pistacchio di Bronte o il paese di Linguaglossa, il freno motore permette di vivere la sicurezza, permettendo di andare anche un po' oltre la velocità di crociera. Alla Cava di Nicolosi, Urus ha intanto dimostrato cosa sa fare su terra e sassi. Clicca Anima sul cruscotto, poi su "Alza" e le sospensioni adattive si regolano automaticamente: il SUV si alza. Le sospensioni "crescono" di 40 millimetri in modalità terra, ma si può fare anche un "extralift": l'auto, entro i 35 km/h, è in grado di salire ancora di più. L'altezza maggiorata permette di superare efficacemente gli ostacoli, anche grazie alle barre antirollio che, in curva, assicurano un movimento asimmetrico e indipendente per ottimizzare la trazione. L'effetto è che il terreno accidentato si sente molto poco, è come divorato, la sensazione è quella di passarci sopra con un cingolato silenzioso ma agile, incapace di scivolare e con uno sterzo preciso e controllabile. Testato su strade sterrate a velocità più elevate, slalomando e controsterzando per divertimento in uno spazio aperto all'interno della cava, Urus rimane manovrabile anche quando il pilota è convinto di doversi fermare, di averlo perso. Quando la guidi così, alla fine scendi come da un'attrazione del "parco divertimenti". Sconvolto, ma emozionato.

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